Avete mai sentito parlare di neuropsicomotricità?
Che cos’è la neuropsicomotricità?
La neuropsicomotricità è una scienza che nasce a partire dagli anni ’60 del Novecento e che deve le sue origini alla disciplina della psicomotricità, ma negli anni si sviluppa integrandosi fortemente con le neuroscienze.
Possiamo definire quindi la neuropsicomotricità come, una professione sanitaria che conduce attività di prevenzione, educazione, abilitazione e riabilitazione in età evolutiva, intervenendo sin dai primissimi giorni di vita del bambino e accompagnandolo nelle diverse fasi del suo sviluppo e della sua crescita.
Come opera un neuropsicomotricista?
Il professionista, negli anni di formazione teorico-pratica acquisisce competenze specifiche per poter entrare in relazione con i suoi piccoli pazienti e, partendo dalle competenze e dagli interessi del bambino, lo accompagna nel percorso di crescita.
Di cosa si occupa la neuropsicomotricità?
La neuropsicomotricità si occupa di:
- Prevenzione: con la finalità di fornire a bambini molto piccoli gli strumenti idonei e corretti per lo sviluppo. Per prevenzione si intende un lavoro specifico per l’età del bambino, che possa permettergli di fare esperienza globale (motoria, sensoriale, comunicativa, relazionale, ecc), in modo coerente con le tappe di sviluppo, sperimentando in diversa misura i cinque sensi e il loro ruolo nella crescita.
- Educazione: fornendo consigli, informazioni e spunti su come affiancare al meglio lo sviluppo del bambino nelle diverse fasi della crescita agli adulti coinvolti nella sua educazione. Sia nei primissimi anni di vita, che in età prescolare e scolare, vengono proposti accorgimenti in termini di sicurezza dell’ambiente, di scelta dei giochi, delle giuste posture da assumere o delle corrette modalità d’interazione-comunicazione da utilizzare tra pari e con gli adulti.
- Riabilitazione: in questo ambito, il professionista fornisce trattamenti e strumenti necessari ai genitori di bambini con diverse tipologie di disabilità, come per esempio: il ritardo globale nello sviluppo, i disturbi della coordinazione motoria, i disturbi sensoriali e i disturbi neuromotori, i disturbi dello spettro autistico, le disabilità intellettive, i disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento, i disturbi della relazione e della comunicazione verbale e non verbale, i disturbi neurologici. Ma il suo lavoro si pone come obiettivo primario il raggiungimento di una maggiore autonomia del bambino, nell’ottica di un maggiore benessere globale del piccolo e della sua famiglia.